PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DI POLSI

Oggi come ieri, ci s'interroga sulle motivazioni che spingono al pellegrinaggio.

Un tempo, questo di Polsi, era un monastero basiliano; e coi secoli

divenne uno dei più importanti centri di pietà popolare  nonchè rifugio e ricovero

dei diseredati. Alcuni studiosi hanno anzi ricordato che, in passato, si è fatta risalire

la denominazione di Polsi a “Pulsis”, gli espulsi, gli emarginati, i poveri, gli ultimi.

Cos’è oggi Polsi? Nella stagione dei più grandi rivolgimenti, è uno dei luoghi dove

la forza della devozione è rimasta intatta. In questa bella Chiesa in fondo alla valle,

con il suggestivo scenario della montagna che fa da anfiteatro, alla fine, vince sempre

l’idea che a Polsi tutto può essere confessato e perdonato.

Polsi - afferma Monsignor Carlo Maria Bregantini - “si sta rivestendo di figure nuove.

Agli antichi pellegrini si stanno pian piano sostituendo giovani studenti, aperti al domani”.

Bregantini è stato un grande pastore della diocesi di Locri-Gerace sotto la cui

giurisdizione canonica ricade il territorio di Polsi. I fedeli dicono che è stata la Divina Provvidenza

a mandarlo quaggiù dal lontano Trentino. Il presule si è battuto per il presente;

ma è stato soprattutto annunciatore di un futuro migliore che, come stà avvenendo a Polsi,

si assiste alla mescolanza tra antico e nuovo. "Ed eu non mi movu di cca si la grazia

Maria non mi fa: facittimmilla, Madonna mia, facitimmilla pè carità .."

A Polsi, i canti della donne sono nenie commoventi. I pellegrini cantano, divisi in gruppi

secondo i paesi di provenienza, cosi come da sempre. Ma la festa descritta e raccontata

da grandi scrittori, con gli spari e le esplosioni, le danze con le ragazze che ballavano

giorno e notte, per ore e ore è in gran parte scomparsa. Polsi ha fatto il lifting ed ora è

ancora più bella con le stradine restaurate ed imbellettate. Anche la Chiesa ha fatto il maquillage.

E qui i devoti s'immergono in contemplazione, chiedono udienza per ottenere grazie.

Vi domandate come possa, nella grande valle, organizzarsi ogni cosa a regola d'arte,

mentre folle di fedeli arrivano e partono, Questo è merito dei giovani collaboratori del parroco,

giovani che sanno muoversi con efficienza. C'è da dividersi fra la Chiesa (bella costruzione di stile

barocco con tre navate), il convento con le antiche celle, e il palazzo vescovile.

Nella attesa della nuova strada, restano le piste aperte nei 1975, che hanno dato la possibilità

di giungere nelle valle della Madonna in auto o sui camion, cancellando la consuetudine

del viaggio a piedi e determinando un nuovo modo di essere pellegrini e di fare pellegrinaggio.

Ma forse, questi uomini e queste donne, questi anziani e questi ragazzi, sono sospinti dai medesimi

impeti e slanci che animavano i pellegrini descritti da Corrado Alvaro.

"Nelle pallide notti stellate, quando la luna sembra accompagnare la torma dei fedeli,

non pare che tutto sia tenuto dall’incanto? I pellegrini passano e guardano sotto di loro

i precipizi, senza tremare, e cantano, cantano, finchè non sentono la voce

della stanchezza e la nostalgia dell'Appennino calabro: vanno quasi spinti interamente;

sentono il loro respiro, il loro mormorare fondersi colle mille voci della notte